
29 Giu MEDITAZIONE
State seduti con tutta la maestà inalterabile della Montagna.
La Montagna è completamente naturale e ben stabile sulle sue basi,
quale che sia la violenza dei Venti che l’assalgono o lo spessore delle Nuvole scure che turbinano intorno alla sua cima.
Seduti come una Montagna, lasciate che il vostro Spirito si elevi, spicchi il volo e si dispieghi nel Cielo.’
(Sogyal Rimpoche)
Tutti i nostri problemi derivano dall’attaccamento, e la meditazione è il mezzo mediante il quale disimpariamo la nostra tendenza all’attaccamento. Quando molliamo la presa, sorge una sensazione naturale di spazio:questa è la meditazione.
Lasciar la presa ed aggrapparsi sono entrambi stati della mente;questa mente che quando non stiamo attenti è così gradevolmente, intelligentemente, sofisticatamente ingannevole.
La meditazione è il sentiero della semplicità, dell’apertura, del mettere a punto, dell’affrontare la mente: usare la mente per domare la mente.
A chi è consigliata?
La pratica della meditazione consiste nell’esercizio di creare il “vuoto” mentale per entrare nello stato del silenzio interiore. Possiamo considerare la meditazione come una tecnica, uno strumento a disposizione di tutti, che può essere di enorme vantaggio proprio a chi ha necessità di prendere spesso decisioni importanti e deve risolvere ogni giorno una quantità di problemi e situazioni.
Ogni giorno sul lavoro e nella vita la nostra mente assorbe una quantità enorme di input: la testa elabora gli input sottoforma di pensieri che si sommano e si affollano durante tutto l’arco della giornata. Spesso anche la sera.. “non riusciamo a staccare la spina”. Si può generare ansia, stress fino all’insonnia, quando ci si rigira tra le lenzuola con i pensieri impazziti per la testa. In altre parole perdiamo calma e serenità. Ma non è tutto.
Immaginate i pensieri come nuvole leggere: se sono pochi e scorrono leggeri, lasciano intravedere il cielo sereno, ma se si infittiscono possono trasformarsi in nubi spesse, in nebbia che impedisce la visuale.
Come è possibile prendere decisioni corrette quando la mente è annebbiata e la visuale impedita? Cosa occorre al manager per dirigere? Occorre la CALMA che genera fiducia e la CHIAREZZA che consente di vedere la direzione da seguire. E come si ottengono (e mantengono) questi preziosi attributi .. ? Semplicemente diradando le nuvole .. ecco allora la grande importanza della meditazione.
Meditare può essere la cosa più banale del mondo: basta NON FARE, non pensare, fermarsi.. non servono attrezzature di alcun genere, non costa nulla. Basta “decidere” di sedersi per NON FARE E NON PENSARE A NULLA. Facile eh ?
In realtà, non è così facile prendere questa decisione, specialmente per noi occidentali. Anche quando crediamo di non far nulla, in realtà intendiamo “non fare nulla di produttivo” in senso stretto… ma mastichiamo un che wingum, guardiamola TV, leggiamo un libro, fumiamo una sigaretta, sfogliamo una rivista.. e nel migliore dei casi, ci guardiamo un bel film…
Come si medita?
Per aiutarci ad entrare in questo spazio di vuoto di nulla, ad entrare dentro di noi nello stato di meditazione, sono state inventate tantissime “tecniche”: tutte utilizzano la concentrazione sul respiro.. ma ognuna ha i suoi riti e le sue regole.
Meditazione trascendentale, meditazione Zen o Zazen, meditazione dinamica come il Tai-Chi, meditazione buddista, training autogeno, yoga, … Sta ad ognuno di noi individuare la tecnica più adatta alla propria personalità, alle proprie esigenze. Possiamo essere aiutati dalla musica, dal gruppo, dall’odore degli incensi.. da un luogo tranquillo e protetto in cui ci sentiamo “a casa”.
Immaginate ora di praticare mezz’ora di meditazione e di andare a dormire “ripuliti”, leggeri, freschi e rigenerati: con la testa libera il vostro sonno sarà di una qualità molto diversa e al risveglio sarete riposati e pieni di energia !
Con la testa libera troverete senza difficoltà le soluzioni e le risposte: c’erano anche prima, ma la nebbia impediva semplicemente di vederle.
Obiettivi chiari, direzione calma e serenità: questa è la vera grande forza.
La meditazione recettiva ha come scopo l’assenza di pensieri e permette alla mente di raggiungere un livello di “consapevolezza senza pensieri”. È un tipo di meditazione tipica di numerose filosofie e religioni orientali.
Nella meditazione riflessiva l’oggetto della meditazione può essere qualsiasi cosa. In genere nella pratica vengono utilizzate visualizzazioni di oggetti fisici oppure semplicemente oggetti che riguardano il mondo interiore come emozioni o qualità, oppure immagini o testi sacri. Questo tipo di meditazione è più vicina alla cultura occidentale.
MEDITAZIONE ASTHANGA YOGA
La base della pratica della meditazione è il rilassamento. E’ estremamente importante che stiate comodi e consentiate a pensieri ed emozioni di acquietarsi. Non c’è nulla da raggiungere o portare a compimento così lasciate andare. Lasciar andare ogni solennità, e perfino l’idea stessa che state meditando. Lasciate che il vostro corpo rimanga così com’è, e respirate come vi viene, naturalmente e consapevolmente.
Quanto alla mente, la cosa essenziale non è sopprimere i pensieri o troncarli, ma semplicemente lasciarli esistere senza lasciarsene sedurre o distrarre.
Ogni respiro è Vita: semplice, possente, normale e libero. Se espirate e poi non inspirate più siete morti. Limitatevi semplicemente ad essere consapevoli del respiro mentre viene e va: dovreste essere appena presenti ed attenti. Siate con il respiro, fluite con il respiro.
E’ come se foste Nuvole che attraversano il cielo, o prati mossi dal vento: limitatevi ad essere qui. Dopo un po’ di tempo che sarete consapevoli del respiro, il respiro stesso, colui che respira e l’atto di respirare diverranno una sola cosa…
Nella pratica dell’ Asthanga yoga ci sono 8 livelli di consapevolezza:
1_yama o “astinenze”: questo primo stadio costituisce la base morale del la disciplina ed è il presupposto necessario per un reale progresso negli stadi successivi.
2_niyama o “osservanze”: comprende precetti di purificazione, norme igieniche, nonché precetti sui corretto atteggiamento mentale dell’aspirante yogin.
Questi infatti deve possedere letizia (samtosa), autodisciplina (tapas) e volontà di migliorarsi attraverso l’autoeducazione (svadhyaya).
3_asana, o “posizioni”: insieme allo stadio successivo le asana costituiscono la chiave di volta dello yoga (ancor di più nell’hatha-yoga).
4_pranayama, o “tecniche di controllo della forza vitale” (prana) attraverso esercizi respiratori.
5_pratyahara, o “ritrazione della mente” dagli oggetti sensibili.
6_dharana, o “concentrazione mentale” su un solo oggetto.
7_dhyana, o «meditazione». Le tecniche di questo stadio sono state fatte proprie anche dal Buddhismo e, dopo essere passate in Cina sotto il nome Ch’an, si sono estese al Giappone, dando origine allo zen. Meditazione dhyana significa osservare la realtà così com’è, ossia “ciò che è qui ed ora”, quiddità, con mente aperta, senza pregiudizi, senza condizionamenti, ne’ fantasie. È realizzare in ogni momento che tutti i fenomeni e i contenuti della coscienza sono interdipendenti ed impermanenti quindi essenzialmente vuoti. La profonda contemplazione include sia calma che chiara consapevolezza, sia silenzio che l’interrogarsi: tutta la vita è un grande gongan, enigma senza conclusioni.
La trinità della solida postura, respirazione tranquilla e mente chiara ci aiuta a svuotare la coscienza che diventa un vasto spazio aperto.
8_samadhi, o «en-stasi mistica»: è questo lo stadio supremo, accessibile a pochi adepti, nel quale la dimensione umana viene trascesa e si attinge l’Assoluto.
Nel samadhi si deve ottenere il controllo della mente frenandone le fluttuazioni, il saggio afferma che non ci può essere yoga senza samadhi. Il prodotto finale di ogni tipo di yoga può essere soltanto questo, non importa con quale nome venga chiamato «Come il sale si dissolve nell’acqua, così la mente si
dissolve nell’anima e diventa una con questa. L’unità di anima e mente è chiamata samadhi»
Dopo un’intensa pratica, quando la meditazione non è più meditazione ma si identifica e si
fonde con il fine stesso, si realizza lo stato di samadhi.
A cosa serve la meditazione:
- migliorare l’autocontrollo, la concentrazione, la memoria…
- ricaricare le batterie…
- migliorare le prestazioni fisiche…
- stimolare e rinforzare il sistema immunitario…
- migliorare la qualità del sonno…
- prevenire disturbi psicosomatici…
- migliorare tutte le funzionalità dell’organismo…