Il rilascio somato emozionale è una pratica che aiuta il corpo a lasciare andare ciò che ha trattenuto troppo a lungo.
Hai mai sentito che alcune emozioni restano nel corpo?
A volte una tensione non passa, un malessere ritorna, un disagio resta in sottofondo anche quando tutto sembra a posto.
È in questi momenti che questo approccio dolce e profondo può diventare un prezioso alleato.
Ti accompagna ad ascoltare ciò che il corpo sta cercando di dirti da tempo, con rispetto, senza forzature.
Come insegnante di yoga e operatrice craniosacrale , ho incontrato molte persone che portavano nel corpo un peso invisibile, difficile da spiegare ma reale. Questo approccio gentile e profondo aiuta proprio a sciogliere quei nodi: le emozioni non espresse, i ricordi impressi nei tessuti, le contrazioni che sembrano “abitate”.
In questo articolo ti racconto in modo semplice cos’è il rilascio somato emozionale, come funziona e in quali casi può davvero fare la differenza.
Cos’è il rilascio somato emozionale
Il rilascio somato emozionale è una tecnica che lavora sul legame profondo tra corpo ed emozioni.
Nasce come evoluzione del trattamento craniosacrale, grazie agli studi del Dottor John Upledger negli anni ’70. Durante il suo lavoro clinico, Upledger si accorse che, pur applicando la stessa tecnica a diversi pazienti, alcuni ottenevano risultati duraturi, altri no. Questo lo spinse a indagare il ruolo delle emozioni trattenute nei tessuti del corpo.
Da queste osservazioni è nato un approccio integrato, che unisce la delicatezza della craniosacrale alla possibilità di ascoltare ciò che il corpo ha da dire, e lasciarlo esprimere.
Quando le emozioni restano nel corpo e parlano attraverso di lui
Nel corso della vita attraversiamo esperienze intense: traumi, dolori, stress, paure.
Spesso non riusciamo ad affrontarle completamente, e così il corpo le archivia come può, immagazzinandole nei muscoli, nei tessuti connettivi, nel sistema nervoso.
Queste emozioni non risolte non spariscono: restano, chiedendo energia per essere trattenute. A volte generano tensioni, rigidità, affaticamento. Altre volte si manifestano con sintomi fisici anche lontani dal punto in cui l’emozione è stata impressa.
Ogni corpo racconta una storia, anche quando non viene espressa a parole.
Una spalla che tende a chiudersi, una mandibola contratta, una schiena curva… spesso non sono solo posture sbagliate, ma segnali di qualcosa che è rimasto lì, in attesa di attenzione.
Le emozioni che non trovano spazio per essere espresse si trasformano in contrazioni croniche. Il corpo si protegge come può, si adatta, cambia forma per far fronte a ciò che non è stato elaborato. Ma con il tempo, questo adattamento può diventare un limite: il respiro si accorcia, la vitalità diminuisce, la fatica aumenta.
Il rilascio somato emozionale lavora proprio su questo piano profondo.
Attraverso un tocco gentile e un ascolto rispettoso, aiuta il corpo a ritrovare fiducia.
E quando il corpo si sente accolto, può lasciar andare: non solo una tensione muscolare, ma anche l’emozione legata a quella zona. È un processo spontaneo, non forzato, che nasce da dentro.
Un dolore alla cervicale, ad esempio, può raccontare la fatica di “reggere tutto”. Una tensione alla pancia può parlare di paure trattenute, emozioni digerite a fatica. Quando si lavora su questo piano, il cambiamento che avviene non è solo posturale: è interiore, profondo, duraturo.
Spesso, dopo una seduta, le persone mi dicono: “Mi sento più dritta, più aperta, più centrata”.
E in quelle parole c’è tutta la potenza di un corpo che torna a parlare, e a sentirsi ascoltato.
Le fasi del rilascio somato emozionale
1. Consapevolezza corporea
Tutto inizia da un ascolto profondo.
In una seduta di rilascio somato emozionale non si parla tanto con la mente, ma con il corpo. Attraverso tocchi leggeri e presenza empatica, si favorisce l’emergere di sensazioni, immagini interiori, memorie corporee.
Non c’è nulla da forzare: ogni cosa arriva al momento giusto, con delicatezza.
2. Espressione emotiva
Quando una sensazione emerge, può accadere che porti con sé un’emozione: tristezza, paura, rabbia, commozione.
Queste emozioni possono esprimersi in molti modi: con un movimento spontaneo, con un respiro più ampio, con una parola detta ad alta voce. A volte basta una lacrima, altre volte il corpo trova una posizione che permette il rilascio.
L’operatore accompagna questo processo con grande rispetto, senza giudizio e senza interpretazioni.
3. Rilassamento e integrazione
Dopo il rilascio arriva sempre un tempo di calma.
È come se il corpo avesse finalmente spazio per respirare. Il sistema nervoso si riequilibra, la tensione cala, la persona sente di “aver lasciato andare”.
Questo momento di integrazione è fondamentale: è qui che si fissa il nuovo equilibrio, più leggero, più vero.
I benefici del rilascio somato emozionale
Ogni esperienza è diversa, ma ci sono effetti comuni che molte persone raccontano dopo un percorso:
- maggiore senso di libertà e leggerezza nel corpo
- riduzione dello stress e delle tensioni muscolari
- maggiore connessione con sé stessi
- miglioramento della postura e del respiro
- più facilità nell’esprimere le proprie emozioni
- uno stato di calma profonda e rigenerante
Il rilascio somato emozionale può essere particolarmente utile per chi ha vissuto traumi, ha una storia di stress cronico o sente di avere difficoltà a sentire, ascoltare o dare spazio al proprio mondo interiore.
È una tecnica per tutti?
Sì, ma con una premessa importante: il corpo deve essere pronto.
Prima di affrontare un percorso di rilascio somato emozionale è bene valutare insieme le risorse disponibili, il momento che si sta vivendo, le reali necessità. È un trattamento rispettoso, mai invasivo. E sei sempre tu, con l’ascolto del tuo corpo, a decidere fino a dove andare.
Spesso inizio il percorso con alcune sedute di massaggio craniosacrale, per creare una base sicura e di fiducia.
Domande frequenti sul rilascio somato emozionale
No, è una tecnica dolce e non invasiva. Le emozioni possono emergere con intensità, ma il processo avviene sempre nel rispetto dei tuoi tempi e delle tue risorse interiori.
Non necessariamente. A volte sì, altre volte il corpo comunica senza parole. Non c’è nulla da forzare: sei sempre tu a guidare il processo.
È parte integrante dell’approccio craniosacrale e viene utilizzata da operatori formati in tutto il mondo. È importante affidarsi a persone competenti e con una formazione solida, che lavorano con rispetto e professionalità.
Dipende da persona a persona. Alcuni si sentono subito più leggeri, centrati e rilassati. Altri hanno bisogno di qualche ora o giorno per integrare ciò che è emerso. In ogni caso, è utile concedersi uno spazio di quiete dopo la seduta.
Non esiste un numero fisso. Per alcune persone basta una seduta per sbloccare qualcosa, altre intraprendono un percorso più lungo. Possiamo valutare insieme, passo dopo passo, in base ai tuoi bisogni.
Sì, il rilascio somato emozionale può affiancare altri percorsi terapeutici e contribuire al benessere globale, soprattutto in presenza di tensioni persistenti, dolori ricorrenti o sintomi legati allo stress. Non sostituisce cure mediche, ma può essere un prezioso supporto.
Sì, assolutamente. È una tecnica accessibile a tutti, anche a chi non ha esperienze precedenti. L’importante è sentirsi pronti ad ascoltare il corpo con curiosità e rispetto.
Un invito all’ascolto
Se senti che alcune tensioni nel tuo corpo non trovano spiegazione, o se stai attraversando un momento carico a livello emotivo, il rilascio somato emozionale può essere un aiuto prezioso. Ti accompagno con presenza, rispetto e delicatezza, passo dopo passo.
Ricevo per sedute individuali.
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